Spiaggie : stop alle proroghe

L’ultima sentenza del Consiglio di Stato non fa altro che mettere in luce l’incapacità cronica del governo di gestire con trasparenza e giustizia le concessioni balneari in Italia. Con una decisione inappellabile, i giudici hanno sancito il 31 dicembre 2023 come termine ultimo per le concessioni demaniali, smascherando le manovre dilatorie del decreto Milleproroghe 2022, che non hanno fatto altro che perpetuare un sistema arcaico e clientelare a favore di pochi eletti.

La posizione del governo, che ha osato dichiarare un’abbondanza di spiagge disponibili, è stata ridicolizzata non solo dai giudici ma anche dalla Commissione europea. La loro mappatura ottimistica, che lascerebbe il 67% delle spiagge italiane libere da concessioni, è stata respinta come un patetico tentativo di distorcere la realtà a proprio vantaggio, ignorando le implicazioni di una risorsa naturalmente scarsa e preziosa come la costa italiana.

La realtà è che questa amministrazione si trova ora con le spalle al muro, costretta a indire gare trasparenti in un contesto realmente concorrenziale, cosa che avrebbe dovuto essere la norma da decenni. Ma no, il governo ha preferito navigare nella nebbia della non conformità, esponendo il paese a possibili sanzioni severissime dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Con questa sentenza, il Consiglio di Stato non solo ha fermato l’ennesimo tentativo di proroga ingiustificata, ma ha anche lanciato un chiaro messaggio: è finito il tempo delle scuse e delle manipolazioni. Ora è il momento di agire con onestà e integrità, qualità finora desolatamente assenti nella gestione delle nostre coste.


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